04.05.2017
- DOCUMENTO DELLA CONSULTA
CONSULTA CASAGIT DELLA SARDEGNA, ANALISI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
“La
Casagit deve oggi continuare ad operare in sinergia con il sistema della
professione. Casagit, infatti, è il risultato di politiche sindacali e
contrattuali condivise che devono essere consolidate e rilanciate. Anche
in questi lunghi anni di crisi, caratterizzati dalla perdita di posti di
lavoro e dalla chiusura di numerose aziende, la Cassa ha continuato ad
assicurare livelli di assistenza sanitaria eccellenti alle giornaliste e
ai giornalisti italiani, facendosi carico delle situazioni di
particolare sofferenza e difficoltà. Si tratta di una specificità che,
alla vigilia del rinnovo degli organi della Cassa, i sottoscritti
giornalisti intendono riaffermare. La nuova governance della Casagit, in
armonia con le politiche federali e contrattuali e in linea con l'azione
dei gruppi dirigenti di Fnsi, Inpgi, Fondo di previdenza complementare e
Ordine dei giornalisti, dovrà mantenere e elevare il livello del welfare
della categoria, con particolare riguardo alle prestazioni sanitarie,
salvaguardando, nello spirito di solidarietà che ne è alla base, le
fasce più deboli della professione, in un quadro di sostenibilità
finanziaria nel lungo periodo”.
Questa lunga premessa è contenuta in un documento che decine di colleghi
hanno sottoscritto dopo il congresso straordinario della Fnsi e in vista
del rinnovo dell'Assemblea Nazionale dei Delegati Casagit che, a sua
volta, dovrà eleggere il nuovo Consiglio d'amministrazione e il
Presidente. Un importante appuntamento elettorale per tutti i
giornalisti italiani previsto dal 6 al 10 giugno 2017, giorni in cui si
dovrà votare per via telematica secondo la procedura ormai collaudata.
Ma per agevolare chi ancora non ha dimestichezza con l'informatica, in
tutte le sedi delle Consulte regionali sarà predisposta una postazione
per il voto assistito.
Appuntamenti importanti, quindi, in considerazione dell'attività che la
Casagit svolge nel tutelare la nostra salute e nel predisporre quelle
iniziative che possano garantire la prosecuzione della sua azione. Un
compito tutt'altro che facile e reso ancora più arduo dalla grave crisi
che condiziona, in generale, la vita economica e sociale del Paese con
le inevitabili ripercussioni, in particolare, sul settore dell'editoria.
Ma in questo quadro la Casagit emerge per aver intuito che se si voleva
dare forza e linfa alla propria azione occorreva dare un segnale di
rinnovamento, di svolta prima ancora che la crisi potesse travolgere la
Cassa sanitaria e annientarla nel giro di una manciata d'anni (le
valutazioni attuariali non davano molte speranze né incitavano
all'ottimismo).
L'evoluzione impostata e avviata otto anni fa dalla presidenza di
Daniele Cerrato sta già dando i primi frutti, in un cammino a cui la
delegazione sarda ha dato il suo contributo prima con Gianni Perrotti
nel CdA e Andrea Artizzu fiduciario, poi con ruoli invertiti (Artizzu
nel CdA e Perrotti fiduciario) a cui si è aggiunta Daniela Scano, che ha
rappresentato la Fnsi nel CdA. Ma la strada da compiere è lunga e va
percorsa con determinazione avendo come obiettivo finale l'allargamento
della base contributiva (ricerca di nuove categorie professionali che
utilizzino il know-how Casagit) e l'incremento delle entrate che
bilancino sia la diminuzione degli iscritti (nel 2016 i soci
contrattualizzati sono calati del 4 per cento rispetto all'anno
precedente) sia l'aumento dei pensionati (cresciuti del 5,6 per cento)
sia le differenti variazioni delle spese relative alle prestazioni per
ricoveri, specialistica, odontoiatria, tanto per citare le voci più
importanti e comuni.
Passo dopo passo, la Casagit sta cambiando pelle e i primi frutti, si
diceva, si possono già intravedere nel bilancio del 2016, approvato di
recente dal Consiglio di amministrazione, chiuso in positivo per oltre
3,2 milioni di euro. Sono state cioè ricuperate ampiamente le passività
registrate nei due anni precedenti. La riserva tecnica, più nota come
fondo di garanzia, sale a 37 milioni di euro. La differenza tra entrate
e uscite, nel 2016, è stata pari a +2,3 milioni di euro a cui si sono
sommati i proventi degli investimenti realizzati. Un dato confortante
che, tuttavia, non deve limitare le considerazioni sul momento difficile
che sta attraversando la categoria dei giornalisti e sulle opportunità
di ampliamento della Casagit ad altri soggetti interessati a dotarsi di
una copertura sanitaria integrativa. Il risultato di bilancio del 2016
dà conto dell'applicazione delle misure introdotte a gennaio dello
scorso anno a tutela del patrimonio della Cassa e della sua capacità di
garantire l'assistenza a una popolazione complessiva che sfiora i 50
mila iscritti. Se il bilancio dell'anno scorso mette in evidenza dati
confortanti, anche la prospettiva per il 2017 può far sperare in
risultati non negativi. Il Consiglio di amministrazione ha infatti
approvato all'unanimità anche il bilancio preventivo per l'anno in
corso, che si annuncia positivo.
Nessun trionfalismo, sia chiaro, ma semplice valutazione di alcuni dati
che possono essere considerati indicativi di una politica che negli
ultimi otto anni ha guidato l'attività del gruppo dirigente della
Casagit nell'individuare obiettivi, nel disegnare strategie operative,
nel ricercare strade nuove, opportunità di salvaguardia e di rilancio di
un istituto di categoria nato per tutelare la categoria. È con questo
spirito che va visto e affrontato l'appuntamento elettorale della
Casagit, accantonando per un momento (soprattutto davanti alla salute
dei soci) considerazioni egoistiche o di parte e puntando tutte le
nostre energie al rafforzamento, e quindi alla sopravvivenza, della
Cassa integrativa che molte altre organizzazioni professionali ci
invidiano.
La Casagit non ha però bisogno di “dilettanti allo sbaraglio” che si
occupino del suo futuro, ma di chi abbia consapevolezza dell’importanza
e della funzione che la Cassa svolge nel tutelare la salute dei soci.
Una consapevolezza che non si manifesta con proclami demagogici, ma
scaturisce dalla conoscenza della non semplice macchina amministrativa
interna, della situazione generale in cui versa la categoria, della
complessità dell’assistenza sanitaria nazionale e dei riflessi sulle
necessità e richieste dei colleghi. Avendo comunque presente che il
lavoro da compiere è gravoso e impegnativo. E non distribuisce prebende.