28.10.2016
-
coMUNICATO
SINDACALE
Cgil Cisl Uil e Assostampa della Sardegna hanno esaminato
congiuntamente la questione relativa alla cessione della testata de La
Nuova Sardegna da parte del gruppo editoriale L'Espresso a un altro
gruppo imprenditoriale, Briglia/Vallardi, che la rileva attraverso un
affitto d’azienda.
La
Nuova Sardegna in affitto è un evento senza precedenti nella storia
dell'informazione sarda, un passaggio inedito e delicatissimo che le
organizzazioni dei lavoratori osservano con estrema attenzione, senza
pregiudizi né aperture di credito affrettate verso gli imprenditori che
si candidano a rilevare la gestione del giornale, ma chiedendo da subito
tutti gli elementi di conoscenza e di trasparenza per analizzare
l'operazione, il suo senso e le sue conseguenze per giornalisti e
poligrafici e per la pubblica opinione sarda. Cgil, Cisl e UIl e
Assostampa chiedono pertanto sin da ora un incontro all'editore e al
nuovo gruppo, allo scopo di acquisire maggiori elementi di conoscenza
rispetto al piano editoriale e alle sue ricadute.
In
un'Isola che conta due soli quotidiani, La Nuova Sardegna non
rappresenta solo un'azienda importante, un bene commerciale rilevante e
un asset industriale dal rimarchevole indotto occupazionale.
Prima
di tutto e da oltre un secolo, La Nuova Sardegna è la quotidiana
autobiografia democratica di moltissimi sardi.
Chi
prende la gestione, con la legittima aspirazione di trarne reddito,
assume una responsabilità solenne verso i lavoratori del giornale e
verso la società sarda. Quell'impegno si nutre di garanzie per i
dipendenti e di riconoscimento del pluralismo come patrimonio politico e
culturale dell'Isola.
Ascolteremo le clausole contrattuali e analizzeremo il piano editoriale
della nuova gestione animati da una sola convinzione: le testate possono
cambiare gestione e mantenere o mutare proprietario, ma le notizie sono
e restano un bene comune.
Per
la parte di loro competenza, le organizzazioni del lavoro intendono
restare custodi di questo patrimonio con determinazione e senso di
responsabilità, e chiedono alla Giunta e al Consiglio regionali di
esercitare fino in fondo e con scrupolo le prerogative di vigilanza e
garanzia che il loro ruolo comporta.