04.03.2015
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Riforma dell’informazione Rai,
occorre ripartire dai territori
Non si può parlare di riforma
dell’informazione Rai senza affrontare con serietà il tema
dell’informazione regionale. Proprio nel momento in cui l’azienda
presenta il piano Gubitosi finalizzato – è stato spiegato - a riportare
le news a uno “standard internazionale”, occorre piuttosto dipanare il
nodo locale.
Bene ha fatto l’Usigrai che, presentando la proposta RaiPiù, ha indicato
la “presenza sul territorio” come uno degli elementi chiave della Rai
del futuro.
Qualsiasi progetto di riorganizzazione efficace e sostenibile
dell’azienda, infatti, non potrà che valorizzare - anche grazie alla
presenza di redazioni decentrate rispetto alla sede regionale -
l’informazione regionale riconoscendone la centralità.
L'informazione del servizio pubblico radiotelevisivo deve uscire dalla
burocratica ‘logica delle prefetture’, che, in alcune regioni,
garantisce, cioè, una presenza strutturata soltanto nei capoluoghi. Si
deve piuttosto tenere conto dell’articolazione e della specificità
territoriale, della rilevanza sociale, produttiva e culturale del
territorio. Si deve considerare, insomma, anche la realtà che il
territorio esprime sul piano dell'informazione.
Si tratta di un fondamentale servizio pubblico di prossimità che, in
alcune regioni, svolge anche una delicata funzione di tutela e di
valorizzazione delle minoranze linguistiche e delle specificità
culturali riconosciuti dagli Statuti speciali di autonomie, norme di
rango costituzionale.
Affinché le redazioni regionali possano continuare sulla strada di una
informazione locale di qualità occorrono investimenti tecnologici e
formazione. Ma è inoltre necessaria una diversificazione dei percorsi di
selezione dei giornalisti che consenta anche un reclutamento su base
territoriale, già in occasione del prossimo concorso nazionale.
Urgono dunque nuove procedure di assunzione che valorizzino al meglio le
risorse giornalistiche presenti nelle singole regioni, in modo da poter
ridurre la mobilità su scala nazionale che crea spesso disagi
organizzativi nelle redazioni e personali ai colleghi che ne sono
direttamente coinvolti. Fermi restando i requisiti di professionalità
richiesti dall’azienda, in alcune redazioni della Tgr devono essere
rafforzate le competenze linguistiche, reperibili in loco, e le
sensibilità culturali necessarie allo svolgimento di quel ruolo di
tutela delle minoranze che la legge 482/1999 assegna alla società
concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo.
Auspichiamo pertanto che si apra su questi temi un largo confronto tra
l’Usigrai, assieme a Fnsi e associazioni regionali di stampa, l’azienda
e anche i rappresentanti istituzionali dei territori.
Associazione della stampa del Friuli Venezia Giulia
Associazione della Stampa sarda
Associazione siciliana della stampa
Associazione stampa valdostana
Sindacato dei Giornalisti del Trentino Alto Adige