27.01.2014 -
COMUNICATO DEL CDR DI SARDEGNA UNO TV
Non si ferma la mobilitazione dei
lavoratori di Sardegna Uno Tv. Cdr e Rsu aziendali, su indicazione
dell’assemblea riunita ieri a Cagliari, hanno deciso di proclamare altre
due giornate di sciopero per oggi, lunedì 27, e domani 28 gennaio 2014.
Giornalisti e tecnici parteciperanno questa mattina alle 11.00
all’assemblea congressuale della Cgil in programma nella sede del
sindacato in viale Monastir.
Nei giorni scorsi è stato consegnato un documento-denuncia a tutti i
candidati alla Presidenza della Regione sui temi del pluralismo
dell’informazione e sui criteri di erogazione delle risorse pubbliche
alle aziende editoriali. Materia che il prossimo governo regionale dovrà
regolare con urgenza per evitare che in Sardegna si ripetano situazioni
grottesche come quella della nostra emittente. La politica non deve più
permettere che un organo di informazione passi di mano senza nessun
controllo.
Sardegna Uno, voce storica dell’informazione isolana, lo scorso luglio è
stata ceduta da Giorgio Mazzella, presidente di Banca di Credito
Sardo-Gruppo Intesa, per 4000 euro(quattromila) a una cordata formata da
tre soggetti: Sandro Crisponi (71%), Luigi Ferretti (19%), Mario Tasca
(10%.) Questi tre signori, in questi cinque mesi di gestione, hanno
continuato ad accumulare debiti nei confronti dei propri dipendenti
senza dare nessuna indicazione sul futuro, giocando sulla pelle di 26
famiglie. Mancano all’appello cinque spettanze, oltre ai contributi e
alle quote Tfr non versate al Fondo Complementare. Il prossimo 31
gennaio scadrà il secondo anno del contratto di solidarietà, con il
quale i dipendenti della tv si sono tagliati gli stipendi del 33%. Un
sacrificio che ha consentito all’emittente di stare a galla nonostante
l’insipienza del vecchio e nuovo management.
La televisione sta morendo, i nuovi soci anziché svolgere il loro ruolo
di imprenditori sembrano preferire quello delle prefiche. Nessuna azione
è stata messa finora in campo dall’attuale gruppo dirigente, nessuna
risposta è stata data alle domande rivolte dai sindacati. In questi mesi
l’azienda ha deciso di adottare la linea del silenzio e si è distinta
solo per alcuni atti ritorsivi nei confronti di due giornalisti, esclusi
dalla conduzione del tg per aver rilasciato alla stampa dichiarazioni
scomode.
La ciliegina sulla torta è arrivata nei giorni scorsi con la scellerata
decisione del direttore “irresponsabile” Mario Tasca di mandare in onda
il telegiornale nonostante lo sciopero proclamato dai sindacati.
Per questo, di fronte a prove di forza destinate a fallire, giornalisti
e tecnici continueranno la loro battaglia per evitare ulteriori danni
all’azienda da parte di un gruppo dirigente ormai alla frutta.