25.11.2014
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CINQUE LICENZIAMENTI A
“CINQUESTELLE SARDEGNA” E’ l’ultimo atto del crollo dell’occupazione
nell’emittenza privata nell’Isola
Cinque giornalisti professionisti e due tecnici
dell’emittente privata “Cinquestelle Sardegna” di Olbia sono stati
licenziati. Erano da tempo in cassa integrazione (alcuni a zero ore,
altri al 50 per cento). Il titolare della TV, l’imprenditore Gianni
Iervolino, inoltre, non paga gli stipendi da mesi (nemmeno la quota a
lui spettante dopo il ricorso alla cassa integrazione) e anche l’INPS è
in grave ritardo nel corrispondere la sua parte. I lavoratori non sanno
più come andare avanti.
I licenziamenti segnano un forte ridimensionamento dell’emittente e
della sua presenza nel territorio e sono conseguenti alla chiusura delle
redazioni di Sassari, Nuoro e Cagliari.
L’Associazione della Stampa Sarda, nel manifestare piena solidarietà ai
colleghi che hanno perso il lavoro, assicura tutta l’assistenza
possibile per la tutela dei loro diritti.
Il sindacato ritiene che la crisi dell’emittente non derivi solo da
difficoltà oggettive (la depressione economica ed i ritardi cronici
nell’erogazione delle provvidenze pubbliche dovute), ma è convinto che
sia soprattutto conseguenza di una gestione insufficiente, miope, non
all’altezza della situazione. Per anni è stato chiesto inutilmente
all’imprenditore un piano industriale. I giornalisti si sono messi a
disposizione per collaborare al rilancio dell’emittente che ha un ruolo
essenziale nella garanzia del pluralismo, in particolare nel Nord
dell’Isola, dove è sempre molto seguita.
Ma da parte dell’imprenditore non vi è stata alcuna iniziativa, nessun
progetto, nessuna idea innovativa. Niente di niente. Solo tagli e
stipendi non pagati. E ora gli errori e le carenze dell’azienda e dei
suoi dirigenti li pagano i lavoratori.
L’Associazione delle Stampa Sarda ha chiesto un incontro urgente con il
titolare dell’emittente per un esame complessivo della grave situazione.
I sindacato dei giornalisti ritiene che per l’intero settore
dell’emittenza privata in Sardegna sia indispensabile un forte impegno
anche da parte delle Istituzioni. In pochi anni i livelli occupativi
sono crollati. I giornalisti contrattualizzati sono calati del 40 per
cento. Emittenti che sono state importanti nel panorama
dell’informazione nell’Isola hanno chiuso i battenti o si sono ridotte a
svolgere ruoli limitati e secondari. C’è un’emergenza che deve essere
colta dagli amministratori pubblici a livello locale e regionale. Gli
spazi dell’informazione sono presidi di democrazia ai quali la Sardegna
non può e non deve rinunciare.