11.10.2013 -
Interrogazione ai Ministri della
Comunicazione e del Lavoro
Premesso - Che in Sardegna, ormai in modo ricorrente e sempre più
drammatico, si assiste alla crisi, spesso decisiva per la sopravvivenza
di aziende dell’informazione, della cultura e comunicazione e dello
spettacolo che pure hanno tradizione, seguito e sostanziale possibilità
di operare in relazione al mercato esistente; che in tali aziende il
personale tutto, e quello impegnato nella informazione e comunicazione
in particolare, è dotato di elevata professionalità e pluriennale
esperienza; che le medesime aziende sono comunque dotate di buoni
livelli di tecnologici, in grado di garantire costantemente un servizio
di ottima qualità; premesso inoltre che negli ultimi anni nell’isola,
nonostante quanto sopra evidenziato, sono scomparse o sono state
fortemente ridimensionate, importanti testate giornalistiche quotidiane,
sia in carta stampata che radiofoniche, on line e televisive;
considerato che in ultimo è a rischio una storica emittente televisiva
regionale: “Sardegna1”, con pesanti conseguenze sul pluralismo e la
democrazia dell’informazione, sulla occupazione dei lavoratori in essa
impiegati e sul loro diritto alle retribuzioni, anche già maturate, e
infine sulle prospettive di sviluppo dell’intero settore della
comunicazione, della cultura e dello spettacolo;
considerato in particolare che la vertenza “Sardegna1”, si trascina
ormai da alcuni anni, e che a niente sono serviti i pesanti sacrifici
fatti dai lavoratori per tentare di dare un futuro all'emittente,
contribuendo fattivamente a favore dell'azienda con il ricorso anche a
due anni di contratto di solidarietà; rilevato che a fronte di tale
disponibilità la predetta azienda non ha inteso essere conseguente
adottando, il più volte sollecitato “piano editoriale di rilancio” e che
quindi l’attuale situazione trova nella proprietà una responsabilità non
priva di colpe, anche in considerazione dei rilevanti crediti vantati
nei confronti della Pubblica Amministrazione, tra i quali vengono
segnalati:
1) integrazione dei fondi 2010 ex 448
(contributi ministeriali a favore delle emittenti televisive)
2) saldo fondi 2011 ex 488
3) vecchi crediti vantati dall'emittente sempre nei confronti dello
Stato, andati in perenzione e che oggi potrebbero essere recuperati
grazie all'ultimo provvedimento del governo sui debiti della pubblica
amministrazione (circa 250.000 euro complessivi)
4) Contributi INPS all'azienda per il 2011 e il 2011 per l'attuazione
del contratto di solidarietà.
Preoccupa inoltre la notizia che Sardegna Uno, per il 2012, rischia di
non poter usufruire dei fondi della legge 448 ( circa 600/700mila euro)
per le difficoltà registrate nei dovuti pagamenti dei contributi
previdenziali, connessi conseguentemente alla esibizione all'atto della
presentazione della domanda del Durc. Pertanto pare che Il Corecom,
applicando una recentissima sentenza del Consiglio di Stato, non abbia
attribuito all'emittente il punteggio relativo al personale per il 2012
di fatto così determinando l’esclusione della emittente dall’accesso al
citrato finanziamento. Tutto ciò nonostante l’azienda sostenga di aver
versato i contributi un mese dopo, ponendosi di fatto nelle condizioni
di legge per l’acceso ai predetti benefici finanziarie, anche in ragione
del DL.35/2013 in materia di debiti delle P.A. alle imprese. In
proposito l’Azienda avrebbe presentato un ricorso al Ministero.
Tutto ciò premesso, e evidenziato il rischio che la proprietà si stia
celermente liberando delle proprie responsabilità attraverso
preoccupanti forme di cessione dell’azienda ad altri soggetti
imprenditoriali, di cui non si conosce capacità finanziaria,
organizzativa e operativa
Si chiede ai Ministri in indirizzo di conoscere quale sia l’effettiva
situazione della informazione in Sardegna e nelle specifico quella
dell’emittente “Sardegna Uno”, e quali siano le possibilità di immediato
intervento dei competenti Ministeri perché siano assicurate ai
lavoratori della predetta emittente tutte le necessarie garanzie
relative alla occupazione e ai trattamenti economici maturati, e perché
l'azienda provveda all’avvio di un piano di ristrutturazione e rilancio
che parta dalla acquisizione di tutti i crediti e i benefici finanziari
di cui avrebbe titolo, al fine di consentire una produttiva prosecuzione
dell’attività a difesa della informazione e comunicazione pluralista e
democratica in Sardegna.