26.07.2013
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SIDDI: DECISIONE DOLOROSA PER GIORNALE
RADICATO NELL'ISOLA
“E'
un passaggio che provo doloroso per una testata storica caratterizzata
per la sua autonoma identità e per il suo straordinario radicamento
sardo. Da anni la Finegil possiede il cento per cento della Nuova
Sardegna, molte economie di gruppo e sinergie editoriali sono operanti.
Ma il fatto che la Nuova sia stato sin qui l'unico giornale del Gruppo a
mantenere l'autonomia societaria era un elemento di specificità
caratterizzante di un patrimonio sardo nei suoi beni materiali e morali.
Tecnicamente la fusione di un'azienda posseduta al cento per cento è
operazione industriale e finanziaria non anomala. La Nuova è un giornale
orgoglioso di essere, dentro un grande Gruppo, come azienda con
autonomia propria (Spa). Ma oggi perde un carattere sin qui distintivo.
Le leggi dell'economia non sono tutto. I conti hanno il loro rilievo.
Senza Gruppi come la Finegil il pluralismo della stampa locale e
regionale, nel tempo della crisi, sarebbe assai più povero. La Nuova da
due decenni produce utili importanti, essendo azienda e non Divisione.
Ora occorre verificare le ragioni e i patti del progetto di fusione,
verificare perché il Gruppo editoriale vuole considerare conclusi gli
effetti degli accordi alla base del passaggio della Nuova Sardegna,
oltre 30 anni fa, all'editore Caracciolo, fondatore del gruppo
editoriale. La tensione dei giornalisti verso la riaffermazione forte
dell'autonomi e dell'identità del giornale nella sua continuità storica
e' un valore importante per il patrimonio e per il significato di tutti
i valori della testata e dell'impresa. Sul piano sindacale, se il
processo di fusione non verrà sospeso, l'operazione dovrà essere
verificata, secondo le norme di legge e del contratto dei giornalisti.
Dovranno essere valutati gli atti in relazione ai patti aziendali e ai
piani editoriali, alle intese pubbliche, alla situazione patrimoniale e
a quelle finanziaria, organizzativa e occupazionale. Autonomia,
integrità del giornale e attività diffusa nell'isola sono qualcosa di
più di un sentire delle redazioni. Una riflessione supplementare
riguarda la sempre maggiore difficoltà di imprese importanti a essere
convenientemente attratte a una radice permanente, anche societaria, in
Sardegna. E questo e' il motivo di tristezza e sofferenza”.