26.07.2013
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Nuova Sardegna in sciopero,
il comunicato del cdr
Due giorni di sciopero sono stati proclamati dai giornalisti per
protestare contro l'iniziativa del gruppo di trasferire la sede legale
del giornale a Roma. La Nuova Sardegna non sarà in edicola venerdì 26 e
sabato 27 luglio. Gli aggiornamenti del sito riprenderanno sabato 27
luglio.
Centovent'anni
meritano rispetto. Sempre e comunque. Il Cdr e l'assemblea dei
giornalisti de La Nuova Sardegna contestano e denunciano con forza la
scelta di ieri dell'editore e del consiglio d'amministrazione
dell'Editoriale La Nuova Sardegna Spa di trasferire la sede legale della
società a Roma, incorporare la stessa società editoriale nel gruppo di
controllo Finegil-L'Espresso attraverso un percorso che si concluderà
con la sconcertante retrocessione dell'Editoriale a semplice "divisione
stampa". A questo colpo di mano del consiglio d'amministrazione i
giornalisti de La Nuova rispondono con un no perentorio. Centovent'anni
di storia non possono e non debbono essere barattati da nessuno, neanche
dall'azionista di riferimento, con ennesime e presunte economie di
scala. Leggi e codici potranno anche confermare che l'operazione messa
in atto dal consiglio d'amministrazione è possibile e legittima, ma è
proprio il rispetto della storia a motivare questa nostra protesta non
solo formale ma sostanziale. Non è più ammissibile che l'ennesimo piano
di razionalizzazione dei costi sia così sfacciato da trasformarsi in un
colpo di spugna su quella che è stata, è e dovrà continuare a essere
l'autonomia anche economica de La Nuova dal Gruppo editoriale Finegil-L'Espresso.
Al gruppo il Cdr e l'Assemblea dei giornalisti ricordano quattro
passaggi fondamentali prima e dopo l'acquisizione delle azioni, negli
anni ottanta, dalla Sir Finanziaria in liquidazione. 1) La risoluzione
del Consiglio regionale del 28 febbraio 1980 con cui l'acquirente si
impegnava formalmente a rendere possibile - testuale - <<la presenza di
interessi isolani che vogliano operare correttamente nel campo
dell’editoria>> anche questa clausola è stata poi disattesa con
l'acquisizione in tempi successivi del controllo totale delle azioni
dell'Editoriale da parte del Gruppo Finegil-L'Espresso. 2) Le
assicurazioni più volte ribadite, anche nelle sedi istituzionali, da
parte dei vertici del Gruppo e in particolare del suo presidente,
ingegner Carlo De Benedetti, che a La Nuova, vista la specificità della
Sardegna, sarebbe stata sempre garantita la piena autonomia non solo
giornalistica ma anche economica. 3) Dal 1980 in poi gli utili ottenuti
ogni anno da La Nuova Sardegna hanno contribuito in maniera
significativa, nel 2013 il risultato finale d'esercizio ha superato i 5
milioni di euro, alla crescita del Gruppo L'Espresso anche in altre
realtà editoriali, ma il tutto finora è sempre avvenuto nel pieno
rispetto dell'autonomia finanziaria dell'Editoriale La Nuova Sardegna
Spa. 4) Che la scelta d'incorporazione de La Nuova è stata assunta dal
consiglio d'amministrazione nelle more di una trattativa sindacale
relativa alla riorganizzazione e soprattutto al rilancio de La Nuova
Sardegna nel panorama editoriale sardo, in cui tra l'altro il progetto
di trasferimento della sede legale è stato annunciato dai vertici
dell'azienda come un'ipotesi ma non ufficializzato secondo i dettami
previsti dal Contratto nazionale di lavoro dei giornalisti sul mutamento
dell'assetto societario.
Sono
proprio il mancato rispetto da parte dell'Editoriale La Nuova Sardegna
di questi quattro punti fondamentali a far dichiarare al Cdr e
all'assemblea dei giornalisti de La Nuova, con il pieno sostegno della
Federazione Nazionale della Stampa e dell'Associazione regionale della
stampa, la loro ferma opposizione al trasferimento della sede legale da
Sassari a Roma di cui gli effetti sono ora poco trasparenti anche nelle
conseguenze sulla qualità dell'informazione. Ed è su questa netta presa
di posizione che i giornalisti de La Nuova lanciano un appello alle
istituzioni, ai parlamentari sardi, ai presidenti del Consiglio
regionale e della Giunta, ai capigruppo dei partiti presenti
nell'Assemblea della Sardegna, ai presidenti delle Province, ai
sindacati e alle rappresentanze imprenditoriali, alle forze sociali, ma
soprattutto ai lettori de La Nuova, perché si materializzi
immediatamente un fronte comune per evitare questa operazione contabile
che se non è uno scippo e comunque è un atto violento nei confronti
della Sardegna, e in particolar modo rappresenta un evidente e brutale
mancato rispetto dei centovent'anni gloriosi de La Nuova Sardegna,
testata capace in passato di resistere con coraggio e orgoglio anche ai
peggiori sistemi totalitaristi, e oggi pronta in qualunque momento a
rivendicare la sua piena autonomia . Chiediamo dunque con urgenza al
consiglio d'amministrazione di recedere da qualunque decisione relativa
all'incorporazione dell'Editoriale La Nuova Sardegna in altre realtà
societarie. E sin da ora il Cdr e l'Assemblea dei giornalisti si
dichiarano insoddisfatti dai comunicati in cui l'azienda ribadirà
concetti del tipo "nulla cambierà in futuro e a tutti i livelli
nell'autonomia gestionale e professionale de La Nuova Sardegna", perché
valori importanti come lo è appunto l'autonomia, i giornalisti già li
difendono ogni giorno dentro e fuori le redazioni con il lavoro,
l'attaccamento sempre dimostrato verso la testata e prima di tutto col
rispetto nei confronti dei lettori fino a essere, i giornalisti stessi,
quell'invalicabile muro capace di respingere qualunque attacco palese o
strisciante a un caposaldo dell'informazione: l'indipendenza.
Indipendenza che deve continuare a essere anche finanziaria e contabile,
e oggi invece messa in discussione da questo inconcepibile e
irrispettoso colpo di mano dell'azienda.
Per
questi motivi oggi e domani i giornalisti de La Nuova Sardegna sono in
sciopero e hanno affidato al Cdr un pacchetto di ulteriori otto giorni.
Il Cdr de
La Nuova Sardegna