10.07.2013 -
PRIMA ASSEMBLEA REGIONALE
DEI GIORNALISTI AUTONOMI
Il 6 luglio si è svolta a Sedilo la prima
Assemblea regionale dei giornalisti autonomi. Dall’intera isola sono
arrivati al centro della Sardegna giornalisti free lance, precari,
collaboratori e tutte quelle altre figure raccolte sotto il nome di
“giornalista autonomo” per analizzare lo stato attuale della professione
in Sardegna , le soluzioni alla crisi e le possibili evoluzioni.
Nonostante la situazione sia drammatica, e quella del giornalista
autonomo sia ancora una professionalità che stenta a far valere i suoi
diritti (come accade molto spesso per le professioni a cui si chiede di
fare cultura) i giornalisti autonomi sardi, pur non nascondendo
l’amarezza, hanno tirato fuori uno spirito costruttivo, mostrando non
solo di voler lottare per il cambiamento auspicato, ma portando concrete
esperienze di chi non volendo arrendersi è riuscito a costruire delle
attività in proprio, come quelle di alcune positive realtà
imprenditoriali nate nel territorio e specializzate in servizi per
l’informazione.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente dell’Assostampa
sarda, Francesco Birocchi, che ha sottolineato l’importanza di incontri
sul territorio con tutti i colleghi del lavoro autonomo, affinché sia
sentita la vicinanza del sindacato, Leyla Manunza, rappresentante dei
lavoratori autonomi nella giunta esecutiva della Fnsi e nella
commissione Lavoro autonomo del sindacato, ha illustrato il quadro della
situazione sottolineando come, ormai, il lavoro giornalistico autonomo
cresca al decrescere di quello subordinato.
Sul versante Co.co.co, ha proseguito Manunza, con l’insediamento della
Commissione Paritetica Fieg - Fnsi sul Lavoro Autonomo, di recente
allargata ad altri colleghi della Giunta per la trattativa sul nuovo
contratto, il sindacato ha tentato di trasformare i Co.co.co in art.2 e
12. Tuttavia, la resistenza degli editori è stata forte, animata forse
dal loro vero disegno: scardinare totalmente queste figure contrattuali.
Ad ogni modo la Fnsi prosegue con le sue richieste, ponendo sul tavolo
del confronto alcune interessanti proposte, a garanzia di tutti i
lavoratori autonomi, di cui tener conto nella rinnovazione del
protocollo sul lavoro autonomo: pagamento del pubblicato entro 30
giorni, rimborsi delle spese sostenute, tracciabilità degli articoli,
divieto di imporre l’obbligo di esclusiva e inserimento dell’obbligo per
le aziende di accollarsi il pagamento del 2% dell’Inpgi. Richieste su
cui gli editori, ha aggiunto Leyla Manunza nella sua relazione, hanno
fatto ben poche obiezioni, anche perché il vero pericolo per loro è la
recente legge sull’equo compenso che subordina l’erogazione di
contributi pubblici (e tra questi, secondo un’interpretazione estensiva
vanno considerati gli ammortizzatori sociali) al rispetto del pagamento
di un giusto corrispettivo per il lavoro fornito dai giornalisti
autonomi.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, Filippo
Peretti, nel suo intervento ha parlato delle novità legate alla riforma
dell’Ordine dei giornalisti, sostenendo che il ricongiungimento, cioè la
possibilità per tutti i pubblicisti di poter accedere all’esame di
stato, è soltanto un’illusione: non è possibile, secondo Peretti,
pensare di diventare professionisti aggirando il praticantato.
All’incontro era presente anche il segretario regionale della Cisl,
Oriana Putzolu che ha ripercorso le condizioni dei lavoratori di tutti i
settori economici sardi evidenziando gravi criticità per l'occupazione e
una "fame" di nuove opportunità.
Le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale della Fnsi,
Franco Siddi: “La condizione spesso indecente del lavoro di
collaboratori giornalisti nelle redazioni dei media sardi è indice di un
malessere diffuso. Non dissimile da altre realtà del Paese, ma la
Sardegna può e deve reagire”, ha detto. Aggiungendo che la categoria dei
giornalisti “è pronta a fare la sua parte in termini di idee e di
mobilitazione. Le risposte stanno in una nuova stagione di concertazione
tra parti sociali e nell’assunzione di responsabilità dei pubblici
poteri per un welfare attivo e inclusivo e per un piano del lavoro
decente. La legge che introduce l’obbligo dell’equo compenso per le
collaborazioni autonome giornalistiche è un primo punto di riferimento
per combattere sfruttamento e fenomeni di illibertà”.
Sempre sul piano del lavoro Siddi ha aggiunto che questo deve favorire
“start up anche di piccole imprese di informazione locale, vincoli sul
rispetto delle regole del lavoro possono rimettere in moto attività
produttive creative e occupazione. In tempi di grande dibattito sulla
zona franca integrale, inoltre, in Sardegna un impulso decisivo potrebbe
arrivare da un’isola che sia attrezzata come wifi free zone, una zona
franca concreta al servizio del lavoro e delle imprese”.