02.12.2013 -
FORTE PREOCCUPAZIONE PER IL
FUTURO DI SARDEGNA 1
La vicenda di Sardegna 1 diventa ogni
giorno più preoccupante. La nuova gestione aziendale, avviata nel mese
di agosto, dopo il passaggio delle quote dal banchiere Giorgio Mazzella
(presidente della Banca di credito Sardo, Gruppo Banca Intesa) a un suo
dipendente, non ha portato alcun beneficio all’emittente che continua a
navigare a vista senza un piano industriale, o comunque un progetto di
rilancio editoriale e commerciale.
La nuova proprietà si segnala invece per le continue provocazioni,
soprattutto ai danni dei giornalisti. L’ultima è la decisione di
sollevare dalla conduzione del Telegiornale due giornalisti che per anni
hanno fatto l’immagine dell’emittente. I due sono stati sostituiti con
colleghi fatti rientrare in tutta fretta dalle ferie e dalla giornata di
riposo settimanale. La decisione è stata assunta dal neodirettore, Mario
Tasca, senza fornire alcuna spiegazione plausibile e, qualora si
rivelasse definitiva, violerebbe palesemente il contratto nazionale di
lavoro giornalistico.
Tasca, proprietario del 10 per cento della società (che ha pagato 400
euro) è stato peraltro già sfiduciato a suo tempo, all’unanimità, dalla
redazione.
Il sindacato (giornalisti, tecnici e amministrativi che gestiscono
insieme la vertenza) ha fatto la sua parte. Ha accettato il contratto di
solidarietà che taglia del 33 per cento gli stipendi ai dipendenti, ha
sollecitato la politica perché si sbloccassero i crediti vantati dalla
società e ha chiesto interventi capaci di supportare le aziende e
aiutare a superare lo stato di crisi del settore.
E’ l’azienda che è insolvente e inadempiente, perché non paga gli
stipendi (sono quattro le mensilità arretrate) e non è in grado di
progettare le iniziative di rilancio più volte promesse.
C’è da chiedersi se il vecchio proprietario, Giorgio Mazzella, abbia
ancora un ruolo in tutto questo. Di certo c’è che sono rimasti esclusi
dalla vendita (avvenuta per la somma simbolica di 4.000 euro) i
“finanziamenti” effettuati a suo tempo dalla vecchia proprietà. Mazzella,
dunque, pur non essendo più titolare di quote societarie, ha mantenuto
un interesse reale nella società.
Il sindacato, evidentemente, non ha gli strumenti per far luce su questi
aspetti, ma è certo che, se davvero si vuole salvare Sardegna 1, occorre
cambiare metodo: chiarire come stanno effettivamente le cose e ricercare
la collaborazione di tutti i dipendenti. Condizioni indispensabili per
ridare all’emittente la credibilità e il ruolo conquistato nel
pluralismo dell’informazione regionale.
Comunicato sindacale dell’Associazione
della Stampa sarda, SLC CGL, RSU aziendali e CDR