05.12.2012
-
DOCUMENTO CONGIUNTO CDR DE "L'UNIONE SARDA",
ASSOSTAMPA E FNSI
Se i rappresentanti dei lavoratori chiedono conto degli investimenti di
un’azienda, fanno esattamente il loro mestiere, senza invadere il campo
delle prerogative imprenditoriali. Il sindacato interno all’Unione Sarda
si è sempre mosso e continuerà a muoversi in totale armonia con
l’Associazione della stampa sarda e con la Federazione nazionale della
Stampa: il tentativo di dividere il fronte non è nuovo, e fallirà.
Per il Cdr l’accusa di voler tagliare “il ramo su cui siedono i
giornalisti” è infondata: per restare nella metafora botanica, il timore
è che il ramo finisca per seccarsi a causa di potature eccessive e mal
fatte, decise dal management aziendale. Chi pone problemi reali non
danneggia l’azienda ma collabora a garantirne il futuro e lo fa
esercitando il ruolo di sindacalisti democraticamente eletti. Il Cdr ha
avanzato proposte innovative e offerto sacrifici per salvaguardare
l’occupazione. I vertici aziendali hanno chiesto di accantonare le
assunzioni per discutere solo di patto integrativo: spiace, ma un
sindacato non accetta simili scambi.
L’editore Sergio Zuncheddu sa bene che contro di lui non vi è alcuna
preconcetta opposizione. Se oggi il sindacato boccia certe scelte e lo
dice apertamente non è “per fini che rimangono oscuri”, come lui afferma
insinuando sospetti inaccettabili.
Non ha alcun interesse una sfida a chi fa la voce più grossa: il
sindacato si ostina a chiedere un dialogo serio su questioni che da
troppo tempo restano aperte – dalla qualità dell’informazione al
dimensionamento degli organici, fino agli investimenti delle risorse
aziendali, alla strategia multimediale e alla tutela dei diritti e della
privacy dei giornalisti – e che rimangono di competenza sindacale, da
affrontare col Cdr in un tavolo aziendale o a diversi e più articolati
livelli.
Cagliari, 5 dicembre 2012
Il Comitato di redazione dell’Unione Sarda
L’Associazione della stampa sarda
La Federazione nazionale della stampa