09.03.2012
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COMUNICATO
Il Consiglio direttivo dell'Associazione
della Stampa Sarda ha preso in esame la grave situazione occupazionale
del giornalismo in Sardegna, diventata ancora più difficile con la
chiusura e la messa in liquidazione di "Sardegna 24", che ha lasciato
senza lavoro 16 colleghi e numerosi collaboratori. Mentre sono in
aumento il precariato, la cassa integrazione e i contratti di
solidarietà. Per più del 18 per cento dei giornalisti contrattualizzati
le aziende hanno già fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.
Preoccupa inoltre, in modo particolare, la tendenza ad elevarsi dell'età
media dei giornalisti che restano senza lavoro. Per essi è sempre più
difficile rientrare nella professione o trovare una diversa occupazione.
Ha colpito, al riguardo, la decisione del Consiglio Regionale che, fra i
requisiti di ammissione alla selezione pubblica per l'assunzione di
quattro giornalisti nell'organico del proprio Ufficio Stampa, ha
introdotto il tetto di 50 anni di età. Tale scelta, secondo il
sindacato, ha escluso a priori dalla possibile partecipazione colleghi
in possesso degli altri titoli richiesti ed in più di un'esperienza
professionale che non può non costituire un valore da tenere in
considerazione.
L'Associazione della Stampa Sarda è convinta che la gravità della
situazione non possa lasciare indifferenti le istituzioni. I problemi
dell'occupazione giornalistica restringono infatti, inevitabilmente,
anche l'area del pluralismo nell'informazione, un bene da tutelare a
vantaggio della comunità. Diventa sempre più urgente, pertanto, un
intervento legislativo che crei i presupposti per un nuovo sviluppo
dell'intero settore editoriale, nell'ambito delle politiche attive del
lavoro, tenendo conto delle mutate diete mediatiche e delle nuove reti
di comunicazione. Il sindacato dei giornalisti si propone, da parte sua,
di organizzare nel prossimo futuro, occasioni di confronto pubblico
perché del problema si prenda coscienza ad ogni livello.
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