24.02.2011
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COMUNICATO ASSOSTAMPA SU
EMITTENZA LOCALE
Emittenza locale, stato di crisi
dichiarato dalla Regione Sardegna (tavolo di confronto per la
valutazione delle misure di intervento con il Sindacato dei Giornalisti,
le altre organizzazioni dei lavoratori e le imprese.
La Regione Sarda apre formalmente un tavolo
di crisi per far fronte alle difficoltà del sistema televisivo
regionale. La Giunta Regionale ha decretato lo stato di crisi del
settore nell’isola e ha dato mandato all’Assessore al Lavoro Franco
Manca di presiedere il tavolo con l’obiettivo “di predisporre un
organico”, con “un programma di interventi, anche finanziari” che
consentano di “superare l’attuale stato di difficoltà” a sostenere
l’occupazione nelle emittenti televisive. Già a dicembre la Regione
Sarda aveva accertato la “pesante riduzione dei fatturati” legata al
calo di entrate pubblicitarie “e anche alla più generale situazione di
crisi economica”, dopo l’allarme per il pluralismo e l’occupazione
giornalistica lanciato dall’Associazione Stampa Sarda. In alcune
televisioni locali (a Olbia e a Sassari) è già stato necessario
ricorrere a negoziati e intese per introdurre ammortizzatori sociali,
allo scopo di evitare repentine chiusure dell’attività. Soffrono di più
le Tv di territorio ma, dopo il definitivo assestamento del digitale
terrestre e l’occupazione delle frequenze da parte di soggetti
commerciali nazionali sbarcati anche con sigle territoriali, la torta
pubblicitaria, risorsa principale del sistema, è aggredita anche da
operatori che poco o nulla hanno a che vedere con il pluralismo
dell’informazione ma competono sul terreno economico. Le conseguenze più
critiche sono per le televisioni locali che hanno puntato
sull’informazione e che trovano difficoltà a sostenere una adeguata
organizzazione editoriale. Con le misure decise dalla Regione Sardegna,
il tavolo negoziale che si potrà aprire ora con l’Assessore al Lavoro
sarà volto a valutare, nel confronto anche con il sistema delle imprese
e con i Sindacati (in prima fila quello dei giornalisti), le reali
criticità aziendali e la misura degli interventi di sostegno che, in
primo luogo, dovranno essere rivolte a salvaguardare l’occupazione
professionale.