18.07.2011
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COMUNICAZIONI DAL
FIDUCIARIO DELL'INPGI, STEFANO SALONE
Aumento graduale
dell’età pensionabile delle donne, mantenuto il diritto a 60 anni. Inpgi,
approvata la riforma all’unanimità.
Forti sgravi previdenziali per le nuove assunzioni, crescono del 3 per
cento le aliquote.
Il Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi ha approvato oggi
all’unanimità la riforma previdenziale che assicura solidità ai conti
dell’Istituto anche nel lungo periodo. L’aumento contributivo a carico
delle aziende sarà di tre punti percentuali nell’arco di cinque anni,
tra il 2012 e il 2016. L’età pensionabile delle donne sarà aumentata
progressivamente a 65 anni nell’arco di dieci anni, tra il 2012 e il
2021. Gli sgravi contributivi, solo per le nuove assunzioni a tempo
indeterminato, saranno del 60% per tre anni, con una riduzione del 12%
del costo del lavoro. Si tratta di una riforma che incide positivamente
sul bilancio attuariale: “La profonda ‘gobba’ previdenziale che era
prevista tra il 2020 e il 2040 tende di fatto quasi a scomparire, il
patrimonio dell’Istituto sarà sempre crescente e nei prossimi 50 anni
non intaccheremo le riserve accantonate” annuncia soddisfatto Andrea
Camporese, Presidente dell’Inpgi.
Tutte le delibere saranno operative dopo l’approvazione dei ministeri
vigilanti, che si prevede possa arrivare nel prossimo autunno. “Oggi è
un giorno importante per l’Inpgi e per la categoria dei giornalisti” -
dichiara Camporese. - “Sul piano politico-previdenziale, si tratta di
una riforma inevitabile. Se avessimo scelto qualsiasi altro strumento
gli iscritti all’Istituto sarebbero stati ben più penalizzati invece l’Inpgi
riuscirà a mantenere prestazioni di gran lunga superiori all’Inps. A
questo risultato si è arrivati dopo un lungo processo decisionale,
coinvolgendo il Consiglio d’amministrazione e le Parti sociali, di cui
l’Inpgi è stato protagonista. E si tratta di un risultato straordinario
che va oltre ogni più rosea aspettativa. Va ringraziata anche la Fieg,
che ha fatto la sua parte con grande responsabilità, e la Fnsi, con cui
abbiamo lavorato in modo proficuo e unitario”.
Nel dettaglio, l’aliquota contributiva IVS a carico delle aziende,
attualmente pari al 20,28%, salirà di un punto dal 1/1/2012 arrivando al
21,28%. Un secondo punto percentuale di aumento decorrerà dal 1/1/2014
quando l’aliquota salirà al 22,28%. Il terzo punto, a partire dal
1/1/2016, porterà l’aliquota al 23,28%, mentre resterà inalterata
l’aliquota a carico dei dipendenti, pari all’8,69%. A regime, comunque,
le aliquote IVS saranno per l’Inpgi ancora inferiori di oltre l’1% a
quelle previste per l’Inps (lo 0,53% in meno a carico delle aziende e lo
0,5% in meno a carico dei dipendenti). “Ogni punto di aumento vale oltre
14 milioni di euro di entrate nelle casse dell’Istituto”, fa notare
Camporese, “e in particolare il primo punto d’aumento ci ristorerà dalle
perdite subite a causa dei prepensionamenti”.
E sui pensionamenti, saranno le donne a registrare l’inevitabile
“novità”. Per loro, infatti, l’aumento dell’età pensionabile sarà
graduale: 61 anni dal 1/7/2012 e fino al 2014, 62 anni dal 1/1/2015, 63
anni dal 1/1/2017, 64 anni dal 1/1/2019 e 65 anni dal 1/1/2021, quando
la riforma andrà a regime. Le giornaliste che vorranno andare in
pensione comunque a 60 anni potranno farlo e, nel periodo transitorio
fino al 2020, avranno penalizzazioni ridotte: per esempio, una
penalizzazione del 2,3% nel caso in cui il pensionamento avvenga con un
anno d’anticipo. “Siamo consapevoli – sottolinea Camporese – che le
nostre iscritte dovranno percorrere un cammino diverso, tracciato da
fattori estranei alla nostra volontà, così come lo faranno le altre
donne lavoratrici, ma loro non saranno sole. Le norme che abbiamo
approvato sono solo tese ad attenuare l’impatto con una congiuntura
economica che chiede responsabilità e sacrifici a tutti. Speriamo così
di renderli più accettabili”.
Gli sgravi contributivi del 60% per tre anni saranno a favore delle
aziende, non in stato di crisi, per le assunzioni a tempo indeterminato,
da praticante a caposervizio: l’aliquota IVS scenderà così da oltre il
20% a poco più dell’8%. “Significa una riduzione di 12 punti percentuali
del costo del lavoro” - rileva il presidente Camporese che aggiunge:
“Non è stato facile convincere gli editori a fare un ragionamento sui
contratti a tempo indeterminato, nonostante alcuni tra i più grandi
gruppi editoriali italiani siano pronti ad assumere. Spero che questa
misura, fortemente condivisa con la Fnsi, dia la spinta giusta”. Dagli
sgravi saranno comunque esclusi i pensionati e le aziende che hanno
effettuato licenziamenti, mentre saranno inclusi tutti i contratti
giornalistici, compresi quelli adottati dalla Fieg e dall’Aeranti
Corallo.
Il Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi ha approvato anche un ordine
del giorno che “rileva la necessità di avviare un ampio confronto nella
categoria, in primis con le donne, rispetto ai temi collegati in
particolare al welfare femminile e di categoria e più in generale ai
sistemi di ammortizzazione sociale del lavoro dipendente e autonomo”.
L’ordine del giorno afferma quindi che “il Cda assume l’impegno ad
analizzare nei prossimi mesi, in stretta collaborazione con la Fnsi per
le competenze contrattuali e con la Casagit per quelle assistenziali,
ogni opportuna iniziativa, nella compatibilità della tenuta del
sistema”.