10.01.2011
-
comunicato dell'assemblea dei giornalisti de l'unione sarda
L'Unione Sarda è il primo quotidiano della Sardegna, il più venduto e il
più letto. Noi giornalisti siamo orgogliosi di questo primato e sentiamo
la forte responsabilità di mantenerlo e consolidarlo. Lo auspichiamo per
noi, per la nostra azienda che contribuisce a creare lavoro e reddito
nell'Isola, e per i lettori, la cui partecipazione alla vita democratica
non può prescindere da un'informazione qualificata e indipendente.
L'azienda sostiene questo impegno con attenzione e continui investimenti
dal punto di vista industriale. Purtroppo, però, da qualche tempo così
non è per quanto riguarda la consistenza numerica della redazione: un
fattore che incide sulla qualità complessiva del giornale. Negli ultimi
anni molti colleghi sono andati in pensione e non sono stati sostituiti,
mentre l'azienda fa ricorso ai contratti a tempo determinato. Solo da
marzo dello scorso anno a oggi sono usciti dalla produzione otto
giornalisti, alcuni con un costo aziendale molto rilevante. Tra gli otto
ci sono anche alcuni contratti a tempo determinato non rinnovati: solo
in un caso (un collega che per cinque anni ha lavorato in redazione) si
è giunti a una stabilizzazione, niente da fare invece per altri tre
giornalisti che ugualmente lavoravano da tempo con noi. E non si
prevedono assunzioni stabili. Noi giornalisti riteniamo che questa
scelta non possa essere vincente nel lungo periodo. C'è la necessità di
formare nuove professionalità e tenerle con noi in futuro, perché
l'esperienza è un elemento determinante della nostra professione. La
stabilità del lavoro dei giornalisti, inoltre, è per i lettori
un'ulteriore garanzia di informazione libera da condizionamenti. Ci
rendiamo conto che la crisi economica globale si riflette anche
sull'editoria e rende più difficile assumere impegni a lungo termine,
per quanto riguarda il costo del lavoro. Consapevoli di questa
difficoltà, abbiamo avanzato un ampio ventaglio di proposte per non
impoverire la redazione e dare continuità lavorativa ai colleghi
precari: pur senza appesantire stabilmente i conti economici. Ci spiace
di non essere riusciti a convincere l'azienda a condividere un percorso
per il superamento del precariato. Apprezziamo la decisione di aprire
una nuova redazione a Roma, sia pur col contributo di due nuovi precari,
ma riteniamo necessaria una aggressiva strategia di rilancio dell'Unione
Sarda nell'Isola, dove da sempre si costruisce il suo successo
editoriale. Non è, quindi, solo una questione di salvaguardia dei posti
di lavoro, ma soprattutto un problema di difesa e consolidamento della
qualità del primo quotidiano sardo. Il che non può non essere un
obiettivo condiviso dall'azienda e dai suoi giornalisti. Ci auguriamo
quindi che prevalga il dialogo, a tutela dell'unico interesse che ci sta
a cuore: quello dell'Unione Sarda, che da oltre un secolo informa i
lettori. Vogliamo farlo ancora meglio, noi giornalisti insieme alla
direzione, a tutti i colleghi poligrafici e amministrativi e all'azienda
che - siamo sicuri - vorrà e saprà fare la sua parte.
L'assemblea dei giornalisti dell'Unione Sarda
articolo