18.11.2010
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I freelance della
Sardegna: pronti a
scendere in piazza per
rivendicare la dignità
del lavoro giornalistico
E’ un quadro a tinte
fosche il mondo
freelance, dove gli
spiragli di luce
difficilmente riescono a
filtrare. Svilito da un
sistema che non rende
giustizia alla
meritocrazia e
all’impegno di tanti
anni spesi per costruire
professionalità e
credibilità, nella
logica di una
interminabile “gavetta”,
i lavoratori autonomi
hanno scelto di far
sentire il loro grido di
dolore e sono pronti a
giocarsi l’ultima carta,
con azioni eclatanti di
piazza.
La battaglia più spinosa
sulle tariffe minime,
sembra un’utopia
soprattutto nella
tempistica. Lo stesso
segretario generale
della Fnsi Franco Siddi,
intervenuto nella
assemblea dei lavoratori
autonomi, con
apprezzabile
schiettezza, ha
prospettato la chiusura
di 40 quotidiani sul
territorio nazionale e
ha annunciato che ci
vorranno anni prima di
ottenere risultati con
il Governo, sul fronte
tariffe. Poiché è
evidente che non è
possibile attendere
tempi così lunghi perché
alcuni precari,
rischiano letteralmente
di morire di fame, si è
pensato di percorrere
nuove strade in ambito
regionale.
Sensibilizzare la
politica e le
istituzioni, che si
devono sentire investite
dei numerosi problemi
che attanagliano la
categoria e devono
essere chiamate a dare
risposte concrete ad una
situazione divenuta
emergenza sociale.
Il mondo freelance,
sotto l’egida del
sindacato, per
riconquistare dignità, è
pronto a scendere in
piazza e a coinvolgere
anche altre categorie di
lavoratori in crisi.
Numerose le difficoltà
emerse durante
l’assemblea generale,
testimoniate e
sperimentate nel
quotidiano dai numerosi
freelance presenti
all’Asso Stampa.
La difficoltà di
arrivare a fine mese, la
mancanza di strumenti di
tutela, il dispendio di
risorse proprie per
confezionare i pezzi e
la mancanza dei
rimborsi.
Tra i temi trattati
anche la necessità di
consentire ai
pubblicisti che da tanti
anni svolgono l’attività
giornalistica in modo
esclusivo, di accedere
all’esame da
professionista. Il
presidente dell’Ordine
Filippo Peretti ha fatto
un distinguo tra questi
soggetti per i quali non
sarebbe richiesto il
raggiungimento di alcuna
soglia minima di
compenso annuale e
invece i freelance che
per poter richiedere il
praticantato d’ufficio,
devono vantare un
reddito lordo annuale
non inferiore ai 15.000
euro. Peretti ha
invitato a segnalare i
casi di palese conflitto
di interesse nell’ambito
della professione. Il
riferimento è ai tanti
giornalisti
contrattualizzati che
occupano ruoli di primo
piano all’interno delle
redazioni sarde e che
mantengono sotto banco
uffici stampa, con il
duplice risultato che
riducono le possibilità
di lavoro per i
freelance e soprattutto
minano la correttezza e
la libertà di
informazione oltre che
il pluralismo, facendo
“passare” solo alcune
notizie. Il fiduciario
dell’ Inpgi Stefano
Solone ha fatto
chiarezza su alcuni
aspetti della
contribuzione e si è
detto disponibile ad
esaminare e a risolvere
casi pendenti con
l’Istituto di
previdenza, mentre il
fiduciario della Casagit
Andrea Artizzu, ha
anticipato una
importante novità che a
breve potrebbe essere
attivata su tutto il
territorio nazionale,
ovvero la estensione
della assistenza
sanitaria anche per i
freelance, che con un
esborso di circa 50/60
euro mensili, potrebbero
beneficiare dei più
rilevanti interventi di
copertura e assistenza
sanitaria individuati ad
hoc dalla Casagit. Allo
studio le modalità per
attivare anche lo
sportello antimobbing,
che garantirebbe la
denuncia dei singoli
casi, nel rispetto
dell’anonimato.
I giornalisti freelance
della Sardegna esprimono
solidarietà nei
confronti della collega
Paola Caruso, da sette
anni collaboratrice
precaria del Corriere
della Sera, che da
sabato scorso, ha
iniziato uno sciopero
della fame per
protestare contro
l’ennesima ingiustizia.
Dopo tanti anni si è
liberato un posto a
tempo indeterminato,
occupato da un giovane
appena uscito da una
scuola di giornalismo.
La Caruso non si
rassegna ad un
precariato a vita.