26.04.2010 -
L'introduzione delle
trasmissioni in digitale
terrestre ha creato
finora in Sardegna più
problemi che vantaggi
sia al servizio pubblico
che alle emittenti
private. E su queste
ultime potrebbe
abbattersi anche una
nuova mazzata. I
telespettatori sardi
hanno dovuto combattere
a lungo con televisori e
decoder per stabilizzare
la numerazione dei
canali sul telecomando.
Ora l'Agcom ha
predisposto uno schema
di numerazione
automatica dei canali
che relega le
televisioni private
locali dal decimo posto
in poi. Una
penalizzazione per le TV
sarde (sintonizzate
tradizionalmente nei
primi nove tasti del
telecomando), nonostante
il decreto legislativo
del marzo scorso
prescriva il “rispetto
delle abitudini e
preferenze degli
utenti”.
L'Associazione delle
stampa sarda,
preoccupata per i gravi
effetti che crisi
economica e digitale
terrestre hanno già
provocato al sistema
delle televisioni
private locali,
manifesta la sua ferma
protesta per un
provvedimento che, se
confermato, potrebbe
produrre danni
gravissimi.
Il Governo, che pure
aveva assicurato che il
digitale terrestre
sarebbe stata
un'opportunità di
crescita, non ha fatto
nulla finora per
rimediare. Il sindacato
dei giornalisti non
accetterà che siano i
lavoratori, totalmente
incolpevoli, a pagare il
conto. La televisione
privata locale
costituisce in Sardegna
una risorsa
irrinunciabile ed un
elemento prezioso di
pluralismo
nell'informazione. Lo
straordinario successo
di ascolto conseguito
dalle emittenti
regionali ne è la palese
dimostrazione.
Penalizzarle
costituirebbe un attacco
al diritto degli utenti
ad un'informazione
locale completa e
plurale.