16.06.2010 - COMUNICAZIONI DAL FIDUCIARIO DELL'INPGI, STEFANO SALONE

 

La direzione generale dell’Inpgi invita i giornalisti che matureranno il diritto alla pensione nel periodo compreso tra il 1 luglio 2010 e il 31 dicembre 2011 secondo le finestre previsto dalla legge Maroni a comunicare per iscritto all’azienda dalla quale dipendono l’intenzione (revocabile in qualsiasi momento) di godere dell’attuale normativa in scadenza il 31 dicembre 2011.

La comunicazione all’azienda deve essere inviata per raccomandata con ricevuta di ritorno entro e non oltre il 30 giugno 2010 (farà testo il timbro postale).

In caso di mancata comunicazione, il giornalista non potrà godere delle finestre dell’attuale normativa e sarà sottoposto alla nuova normativa prevista dall’ultimo decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri che impone un prolungamento dell’attività lavorativa di 12 o 18 mesi nel caso la pensione venga corrisposta non solo dall’Inpgi ma anche da un altro Ente (pensione cumulativa).

 

 

Roma, 7 giugno 2010

Le Casse privatizzate rivendicano autonomia: non chiara l’applicazione di molte norme
Inpgi: dobbiamo essere esclusi dalla manovra

Il decreto legge che contiene la manovra finanziaria, in attesa di conversione parlamentare, contiene una serie di profili che mettono a rischio parti importanti dell’autonomia delle Casse privatizzate, Inpgi compreso. La lettura dell’impianto del decreto risulta a tratti contraddittoria, in alcuni casi non chiara. La presidenza Inpgi ha avviato, da oltre una settimana, una serie di approfondimenti congiuntamente con i massimi rappresentanti delle 20 Casse dei professionisti italiani che sono stati oggetto di dichiarazioni pubbliche di allarme e preoccupazione.

Allo stato attuale si rileva la presenza di una norma che in modo inequivocabile appare applicata al sistema della previdenza privata. Si tratta (articolo 8 comma 15) del divieto di vendere o acquistare immobili (o quote di fondi immobiliari) senza preventivo nulla osta dei Ministeri Vigilanti. I proventi di eventuali vendite autorizzate vengono sottoposti alle compatibilità del bilancio pubblico. “Si tratta – afferma il Presidente Andrea Camporese – dell’annullamento dell’autonomia su un capitolo molto rilevante della gestione dell’Ente. Non poter più disporre del nostro patrimonio liberamente confligge frontalmente con la legge che ci ha resi fondazione privata. Non graviamo in nessun modo sul bilancio dello Stato”.

Un altro profilo che appare, salvo modifiche in Aula, applicabile al sistema previdenziale privato è quello del blocco delle cosiddette “finestre” di pensionamento. “La norma che prevede uno spostamento di 12 mesi del diritto a percepire la pensione una volta maturati i requisiti si interseca con un forte processo di ristrutturazione all’interno delle aziende editoriali. Chi non è ancora andato in pensione, o chi non matura i requisiti entro la fine di giugno con cessazione del rapporto di lavoro e relativo preavviso, potrebbe essere sottoposto a condizioni penalizzanti. E’ importante che la norma preveda delle deroghe anche per chi sta contribuendo volontariamente avendo già cessato il rapporto di lavoro”.

Anche la riduzione forzosa del Cda a 5 membri appare come applicabile all’Inpgi. “Il Cda oggi è composto di 16 soggetti – aggiunge Camporese – di cui 5 designati dall’esterno (Fieg-Fnsi-Presidenza del Consiglio e Ministero del Lavoro), la norma non spiega come dovrebbe essere riformulato il Consiglio, con quali proporzioni, con quali margini di autogoverno per i giornalisti”.

Infine esiste una pluralità di articoli del Decreto Legge che incidono pesantemente sui costi dell’apparato amministrativo e sui rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici per i quali si fa riferimento all’elenco Istat degli enti previdenziali. Si applica alle Casse privatizzate? Esiste un contenzioso tra Ministeri e Adepp (l’Associazione delle Casse privatizzate) pendente presso il Consiglio di Stato dopo la vittoria delle Casse davanti al Tar che ha cassato dall’elenco tutte le fondazioni. La Finanziaria dello scorso anno ha esplicitamente escluso il comparto privato dalla manovra. Per il futuro, e quindi per il 2010, manca chiarezza.

“Serve un’azione congiunta di tutte le Casse, che rappresentano oltre due milioni di professionisti – conclude Camporese – affinché la manovra venga sostanzialmente emendata in Parlamento. Senza essere mai stati consultati veniamo messi sotto tutela superando leggi e regolamenti”.