22.05.2010
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(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Sul ddl intercettazioni e
i limiti che vorrebbe imporre sul diritto di cronaca,
confronto confermato tra i direttori dei giornali
italiani lunedì prossimo per l'iniziativa della
Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Lo ricorda
il segretario della Federazione Franco Siddi. L'incontro
si terrà in videoconferenza alle ore 15 tra le sedi
della Federazione a Roma, e del Circolo della Stampa a
Milano.
"Sono stati invitati tutti i direttori - spiega Siddi -
allo scopo di tenere viva la luce, come sta avvenendo in
questi giorni da parte di tutte le testate,
sull'informazione che rischia di essere negata se
passeranno le norme più oscurantiste del Pdl sulle
cosiddette intercettazioni, che prevedono il divieto di
pubblicabilità persino sugli atti di indagine non più
coperti da segreto e il silenzio tombale sulla cronaca
giudiziaria".
E' prevista la partecipazione, distribuita tra le due
sedi della conferenza, tra gli altri, di Mario Calabresi
(La Stampa), Ferruccio De Bortoli (Il Corriere della
Sera), Ezio Mauro (la
Repubblica), Vittorio Feltri (Il Giornale), Gianni
Riotta (Il Sole 24 ore), Bianca Berlinguer (Tg3), Luigi
Contu (Ansa), Roberto Napoletano (Il Messaggero), Emilio
Carelli (Sky Tg24)
Stefano Del Re (La Nuova Sardegna), Corradino Mineo
(Rainews24), Antonio Padellaro (Il Fatto Quotidiano),
Carlo Bollino (Gazzetta del Mezzogiorno), Mario Sechi
(Il Tempo), Maurizio Belpietro (Libero), Marco Tarquinio
(Avvenire), Concita De Gregorio (L'Unità).
"Le adesioni - aggiunge Siddi - sono ancora in corso e
si prevede una partecipazione molto ampia. Il
giornalismo italiano é chiamato ad un impegno
professionale rigoroso per fermare le norme che
impediscono la corretta informazione dei cittadini e
riaffermare tutti i significati dell'informazione come
bene pubblico intangibile. Questa è l'ora di un appello
decisivo al Senato perché, anche alla luce della chiara
evidenza resa in questi giorni da tutte le testate sui
rischi di mutilazione del diritto dei cittadini ad
essere informati, sia fermato il procedimento in corso e
si apra una seria e puntuale riflessione sulla reale
posta in gioco e sul bilanciamento dei diritti che
devono essere primariamente assicurati ai cittadini. Ma
le notizie non possono essere mai considerate un nemico
della vita comunitaria e civile e l'informazione libera
e plurale è l'essenza stessa della convivenza
democratica". "Le notizie - conclude - non possono
essere considerate un reato. Le notizie di reato invece
sono altra cosa e di queste l'informazione deve poterne
dare conto con correttezza e rigore".