12.05.2009 - Il bilancio
della Casagit è stato
approvato con 25 voti a
favore, 9 contrari e 10
astenuti. La maggioranza
dei delegati
all’assemblea nazionale
ha votato il conto
consuntivo del 2008 che,
come si legge nel
comunicato finale,
“prevede un esercizio in
passività per la Cassa
sanitaria dei
giornalisti italiani con
un disavanzo strutturale
di 4,659 milioni di euro
cui si assommano costi
per prestazioni degli
anni precedenti pari a
13,666 milioni di euro,
1,084 milioni di euro
per svalutazione di
crediti e, per altre
voci di conto economico
(ammortamenti e
accantonamenti, proventi
e oneri finanziari… ) un
avanzo di 0,249 milioni
di euro. Nel conto
passivo va evidenziato
che 11,956 milioni di
euro sono di fatto stati
accantonati per le
prestazioni di
competenza degli anni
dal 2005 al 2008 che
verranno liquidate nel
corso del 2009”.
Sin qui la versione
ufficiale sostenuta dal
presidente Andrea Leone
e dal Consiglio
d’amministrazione.
Diverse le voci di chi
ritiene il bilancio 2008
la somma di una serie di
errori, alcuni
prevedibili ed
evitabili, commessi in
questi ultimi anni. Ma
sarebbe scorretto, e
poco utile, fare ora un
elenco delle cose che si
sarebbero dovute
realizzare per evitare
di mettere a rischio la
stessa esistenza della
Cassa sanitaria, sempre
considerata “fiore
all’occhiello” fra gli
istituti di categoria.
Personalmente non ho mai
risparmiato critiche e
ho sempre avanzato
proposte e osservazioni
che ho ritenuto
necessarie per il buon
andamento dell’attività
della Cassa. Ora però,
chiuso il capitolo delle
polemiche, ritengo
doveroso, da parte di
tutti, accantonare i
vari “l’avevo detto io”
e procedere a una
riflessione che consenta
di riprendere in mano la
situazione, di
analizzare i dati
disponibili e su quelli
impostare un’azione
efficace e incisiva per
rimettere in sesto il
bilancio della Casagit.
È un percorso difficile
e impossibile? Né l’una
cosa né l’altra, ma deve
essere chiaro a tutti
che: occorre fare
presto; bisogna avere il
coraggio di pendere
decisioni impopolari;
occorre buttare a mare,
una volta per tutte, i
privilegi di cui alcuni
hanno beneficiato; è
necessario eliminare gli
sprechi; ripristinare il
concetto di “assistenza
integrativa del servizio
sanitario nazionale”;
non dimenticare che il
principio fondante della
Casagit è la
solidarietà. Occorre, in
soldoni, mettere in atto
una riforma strutturale
che produca, come primo
effetto e nel giro di
pochi mesi, una
riduzione drastica della
spesa.
Che cosa significa, in
sostanza? Che d’ora in
poi si dovranno tagliare
tutti i rami secchi, poi
quelli che succhiano
linfa alle chiome verdi,
poi sfrondare
convenzioni e tariffe e
aspettare che l’albero,
così potato, germogli
nella prossima
primavera. Qualche cifra
potrà mettere a fuoco il
problema, meglio di
mille parole. La “voce
più pesante in termini
di costo è rappresentata
dai Ricoveri”, scrive il
direttore generale,
Francesco Matteoli,
nella relazione che
accompagna il bilancio
2008 della Casagit. E
infatti nell’anno scorso
sono stati spesi 26,6
milioni di euro per
soddisfare le richieste
di ricovero, una somma
in crescita del 10,1 per
cento rispetto al 2007.
Né può consolarci che la
percentuale di crescita
del 2007 fosse del 15,4
per cento rispetto al
2006. Deve invece farci
riflettere sul fatto che
se si riuscisse a
ridurre del 50 per cento
la spesa per i ricoveri
si otterrebbe un
risparmio di 13,3
milioni di euro: in un
solo anno si potrebbe
così ripianare il
bilancio. Ma,
ovviamente, non si può
pensare di bloccare la
metà dei ricoveri
perché, per quanti
eventuali abusi possano
essere stati compiuti,
non è ipotizzabile che
una percentuale così
alta di richieste
nasconda intenti
“truffaldini”.
E allora occorre dare
uno sguardo anche alle
altre voci, indicate dal
direttore Matteoli, fra
quelle definite “più
pesanti”. Ad esempio la
specialistica: nel 2008
sono stati spesi 21,9
milioni di euro con una
crescita di 3,9 per
cento sul 2007. Sono
aumentate soltanto
dell’1,4 per cento sul
2007 le cure
odontoiatriche che
comunque sono costate
alla Casagit 16,2
milioni di euro.
Assistenze, terapie e
protesi “si attestano a
9,7 milioni di euro, in
crescita del 7,9% contro
il 4% del 2007 rispetto
al 2006”. Un’altra “voce
pesante” del bilancio è
quella relativa al
rimborso delle lenti. Ma
in effetti non così
drammatica da
giustificare il
provvedimento del
Consiglio
d’amministrazione che ha
aumentato da due a tre
anni il periodo
necessario a ottenere il
rimborso degli occhiali:
infatti le spese “per
lenti si attestano a 1,8
milioni di euro
mantenendo immutata la
percentuale di crescita”
negli ultimi due anni a
1,8 per cento. Alla luce
delle reali necessità
dei colleghi in
attività, dei loro figli
(soprattutto minori) e
dei pensionati, il
periodo per il rimborso
è probabilmente da
rivedere e riportare
agli standard originali.
Una riflessione a parte
deve essere dedicata
alle spese sostenute
dalla Casagit per le
prestazioni effettuate
nei poliambulatori di
Roma e di Milano (Balzan),
spese già comprese nel
valore citato per la
specialistica (21,9 mln
di euro). Entrando nel
dettaglio scopriamo che
“ammontano –sostiene il
direttore –
complessivamente a 992
mila euro le prestazioni
effettuate nel
poliambulatorio di Roma.
Di queste, le visite
sono state 12.640 con
una spesa di 677 mila
euro, mentre gli
accertamenti sono stati
7.238 con una spesa di
315 mila euro. Ammontano
invece a 520 mila euro
le prestazioni
effettuate nel
poliambulatorio Balzan
di Milano. Di queste, le
visite sono state 8.586
con una spesa di 515
mila euro, mentre gli
accertamenti sono stati
233 con una spesa di 5
mila euro”. Anche in
questo caso è
preferibile fare un
piccolo calcolo. Le due
strutture gestite
direttamente dalla
Casagit (nel frattempo
se ne sono aggiunte
altre due in convenzione
diretta: il Cidimu di
Torino e la Data Medica
di Padova) sono costate
a tutti i colleghi soci
Casagit 1.512.000 euro
complessivamente. In
questo caso, la
relazione del direttore
non indica le
percentuali di spesa né
le variazioni rispetto
agli anni precedenti.
Ancora non si conoscono,
invece, i dati (nemmeno
parziali, ovviamente)
delle altre due
strutture che in un anno
potrebbe fatturare, per
ipotesi non troppo
azzardata, un milione di
euro (i due terzi di
Roma e Milano messi
insieme). Non è
azzardato neppure
pensare, quindi, che i
quattro poliambulatori
potranno, da soli,
assorbire 2,5 milioni di
euro di risorse
all’anno, circa la metà
del disavanzo
“strutturale” di 4,7
milioni di euro del
“conto economico
relativo alla gestione
caratteristica, al netto
di ammortamenti,
svalutazioni e altri
accantonamenti”. Sui
poliambulatori gravano
spese consistenti di cui
i prossimi
amministratori della
Casagit dovranno
valutarne la convenienza
e l’opportunità. Senza
dimenticare il principio
fondante della Cassa
basato sulla
solidarietà. E se questo
principio è sempre
valido, come ritengo, ci
sarebbe da chiedersi
perché “la spesa - si
legge nella relazione di
Matteoli - per
integrazioni
straordinarie (quelle
tanto per intenderci di
competenza della
Commissione permanente),
circa 400 mila euro,
risulti più contenuta
rispetto agli anni
precedenti: 100 mila
euro in meno, pari a
meno 19 per cento”. È
stato forse dimenticato
il principio di
solidarietà? Spigolando
fra i dati contenuti
nella relazione di
Francesco Matteoli si
può inoltre leggere che
“nel 2008, la
percentuale di
assorbimento delle
prestazioni rispetto ai
contributi si conferma
del 96 per cento, come
nel 2007. Dal 2005 il
valore delle prestazioni
è aumentato del 25 per
cento, più del doppio
rispetto alla crescita
dei contributi che è
stata del 12 per cento.
Questa è pertanto
–sostiene il direttore-
la causa principale del
disavanzo, oggi
‘strutturale’ registrato
negli ultimi tre anni”.
Ma non è finita qui, a
Francesco Matteoli preme
“sottolineare come,
sull’evoluzione dei
costi per ‘prestazioni’,
abbia pesato
l’incremento delle spese
della ‘diretta’ che, in
rapporto alla
‘indiretta’ è passata da
una proporzione 40
contro 60 a una 49
contro 51”. Traduciamo
anche questa
affermazione in soldoni
e chiediamoci il
significato di questa
inversione di tendenza:
le spese dell’assistenza
diretta sono in forte
crescita e quindi sono
in crescita le spese per
i dentisti e per i
poliambulatori. I
prossimi amministratori
della Casagit dovranno
valutare attentamente
questi dati e ricavarne
linee guida per la loro
azione. Lo impone il
rispetto che si deve ai
colleghi che credono
nella Casagit e vi hanno
investito una parte non
insignificante del
proprio reddito.
Gianni Perrotti